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Appendice:Caratteri cinesi

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Caratteri cinesi in una stampa dell'epoca Song (960–1279)

I caratteri cinesi sono i simboli grafici con cui si rende in forma scritta la lingua cinese; sono inoltre utilizzati come metodo di scrittura della lingua giapponese (in cui si affiancano ai due sistemi alfabetici sillabici hiragana e katakana) e della lingua coreana (sebbene in anni recenti siano stati rimpiazzati quasi del tutto in favore del metodo hangul). Si tratta di un sistema di scrittura originariamente derivato da pittogrammi utilizzati in Cina millenni orsono, e nel corso dei secoli successivi arricchito di composti logici, semantici e sintattici che hanno portato alla formazione del moderno set costituito da decine di migliaia di caratteri.

Non è possibile rendere conto della millenaria storia della scrittura cinese, giapponese e coreana in questa pagina, il cui scopo è invece quello di illustrare le varie caratteristiche specifiche di questo sistema di scrittura, utili a una migliore comprensione dei lemmi di questo tipo. Nella sezione successiva vengono fornite informazioni generiche che si applicano a tutti i caratteri cinesi, a prescindere dalla lingua cui fanno riferimento; e di seguito ancora vengono illustrate alcune caratteristiche specifiche degli Hanzi (caratteri utilizzati in cinese), dei Kanji (caratteri giapponesi) e degli Hanja (caratteri coreani).

Tutti i caratteri cinesi presenti sul Wikizionario sono raccolti nella Categoria:Caratteri cinesi, ulteriormente suddivisa in Categoria:Hanzi, Categoria:Kanji e Categoria:Hanja

Generalità

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Le caratteristiche di seguito descritte sono comuni agli Hanzi cinesi, ai Kanji giapponesi e agli Hanja coreani.

Significato e pronuncia

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A prescindere dalla lingua in cui trovano utilizzo, i caratteri cinesi rappresentano un sistema di scrittura non alfabetico in cui ogni simbolo grafico distinto costituisce un morfogramma, a cui corrisponde un significato (o meglio una funzione morfologica) e una pronuncia (e spesso più di una). In particolare, la pronuncia di un carattere è totalmente indipendente dal simbolo cui esso corrisponde. Questa è la principale differenza rispetto alle scritture alfabetiche, in cui è sempre possibile desumere la pronuncia di una parola dall'ordine delle lettere con cui essa è scritta: ad esempio la pronuncia della parola italiana "fiore" può essere ricostruita, al netto di alcuni dettagli fonetici, da chiunque conosca le lettere latine, anche senza avere alcuna cognizione del suo significato. Al contrario, dato un carattere cinese come , per conoscerne la pronuncia è necessario averla imparata a memoria, poiché non è possibile "leggerla" a partire dal carattere.

Questo significa inoltre che per un carattere cinese anche il significato morfologico è indipendente dalla pronuncia, dal momento che è il simbolo grafico a esserne portatore. Ciò ha consentito ai caratteri cinesi di essere importati e utilizzati da popoli con lingue totalmente differenti, senza subire alterazioni di forma: tornando al carattere , esso viene pronunciato huā in cinese, hana in giapponese e kkot in coreano, ma in tutte e tre le lingue mantiene l'identico significato di "fiore".

Scrittura

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Convenzionalmente i caratteri cinesi occupano un'area quadrata di dimensioni omogenee; ciò significa che anche i caratteri maggiormente complessi dovrebbero avere dimensioni uniformi rispetto a quelle dei caratteri più semplici.

L'unità base di ogni carattere cinese è il tratto, che corrisponde a un unico segno tracciato (nella calligrafia a mano) senza sollevare il pennello dal foglio. Oggi i tratti sono simboli standard e ricadono in sei categorie fondamentali: tratto orizzontale , tratto verticale , punto , discendente a sinistra , discendente a destra , ascendente . Ciascuno di questi può avere delle variazioni, ad esempio la presenza di un uncino terminale o una forma incurvata , o ancora subire un brusco cambio di direzione che realizza un tratto con un angolo di 90° (definito solitamente "spezzato" o "ribattuto"), come ad es. nel tratto (tratto orizzontale spezzato verticalmente a destra).

Combinando questi tratti base (che presi singolarmente non hanno valore semantico) si realizzano tutti i caratteri cinesi; ad esempio il carattere è costituito da un discendente a sinistra e da un discendente a destra, il carattere da un punto, un tratto orizzontale e un tratto verticale spezzato, e il carattere da un tratto orizzontale, un discendente a sinistra spezzato e un discendente a sinistra. Il numero di tratti da cui un carattere è composto costituisce un metodo per classificare il carattere stesso (si veda sotto la sezione indicizzazione dei caratteri).

Caratteri più complessi (che sono la stragrande maggioranza) sono costituiti dall'unione di simboli che, se presi individualmente, costituiscono dei caratteri a sé. Ad esempio nel carattere (dal significato di "tranquillità") sono identificabili due componenti: il carattere ("tetto" o "casa") e il carattere ("donna"). Questo è un esempio di un cosiddetto "aggregato logico" (o composto ideogrammatico) in cui i due elementi costitutivi concorrono a formare il senso del carattere composto (sono cioé entrambi componenti semantiche). Altri caratteri composti possono essere il risultato dell'unione di una componente semantica ad una fonetica, che ha il solo scopo di caratterizzare la pronuncia del composto: ad esempio il carattere è costituito dalla componente semantica e da , che significa "cavallo" ma concorre solo come elemento fonetico a indicarne la pronuncia (in cinese la sua pronuncia è , e la pronuncia del composto è ). Si noti che, come indicato prima, i caratteri composti occupano un'area di dimensioni e forma uguale alle loro componenti.

Composti dei caratteri

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In quanto morfemi, i caratteri cinesi sono sempre portatori di un significato semantico indipendente, e come tali sono spesso usati singolarmente come unità sintattiche singole nelle varie lingue in cui sono adottati. Più frequentemente, tuttavia, essi vengono combinati fra loro a formare delle parole composte il cui significato travalica (e talvolta può essere totalmente differente) quello delle singole componenti. Sul Wikizionario questi composti sono riportati, per ciascun carattere, nella pagina Appendice:Caratteri cinesi/Composti, a cui si rimanda per approfondimenti e consultazione.

Indicizzazione dei caratteri

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Per ovvi motivi la ricerca di un carattere all'interno di un dizionario o elenco deve seguire criteri diversi dalla classificazione alfabetica utilizzata per le lingue latine. Tradizionalmente si utilizzano due parametri per identificare un carattere: il numero di tratti da cui è composto e/o l'utilizzo di una componente grafica identificativa di ciascun carattere chiamata radicale.

Numero di tratti

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Ordine e numero di tratti per il carattere "" (6 tratti)

Il numero di tratti di un carattere è, come visto nella sezione scrittura, il numero di singoli segni da cui il carattere è composto. Dal momento che, come già descritto, tali segni base sono standard, qualunque carattere può essere scomposto nei suoi tratti singoli; una volta ottenuto il loro numero, si può cercare il carattere in questione fra tutti quelli composti da un uguale numero di tratti.

Sul Wikizionario la suddivisione per numero di tratti avviene tramite categoria: Categoria:Hanzi per numero di tratti, Categoria:Kanji per numero di tratti e Categoria:Hanja per numero di tratti. Dato ad esempio il carattere , esso può essere scomposto nei suoi tratti come mostrato in figura; essendo composto da 6 tratti risulta incluso (e può essere quindi cercato) nelle categoria Hanzi composti da 06 tratti, Kanji composti da 06 tratti e Hanja composti da 06 tratti.

Radicale

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La figura mostra il carattere cinese , ed evidenzia in rosso il suo radicale (radicale 38)

Il radicale è una componente grafica standard dei caratteri cinesi che ne consente l'indicizzazione; insieme al numero di tratti, costituisce il modo preferenziale per identificare, collocare e cercare un carattere in un dizionario. Esistono 214 radicali (e relative varianti), ed ogni carattere ne possiede uno e in base ad esso viene classificato. Sul Wikizionario tale classificazione si realizza attraverso le Categoria:Hanzi per radicale, Categoria:Kanji per radicale e Categoria:Hanja per radicale. Ad esempio, come mostrato in figura, il carattere è identificato dal radicale (radicale 38) e pertanto è incluso (e può essere quindi cercato) nelle categorie Hanzi di radicale 38 女, Kanji di radicale 38 女 e Hanja di radicale 38 女. Una discussione più approfondita, insieme alla lista dei 214 radicali e ai link alle relative categorie si trova nella pagina Appendice:Caratteri cinesi/Radicali.

Hanzi

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Con "Hanzi" si intendono i caratteri cinesi utilizzati per scrivere la lingua cinese. Sono raccolti nella Categoria:Hanzi.

Caratteri tradizionali e semplificati

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Nel cinese moderno esistono due set fondamentali di caratteri, quelli tradizionali (che realizzano il cinese tradizionale) e quelli semplificati (che realizzano il cinese semplificato). Tale suddivisione, che rispecchia delle varianti di scrittura esistenti in cinese sin da tempi antichi, è stata ufficializzata nel 1949 quando la Repubblica Popolare Cinese ha formalmente adottato il sistema di scrittura semplificato, dando una forma strutturata e standard a tali varianti; altri paesi di lingua cinese (come Taiwan e Singapore) hanno invece mantenuto il sistema tradizionale. Pertanto, un testo cinese moderno può presentarsi in due forme, a seconda del paese d'origine. Si noti come non tutti i caratteri siano stati interessati dal processo di semplificazione, e pertanto alcuni di essi si presentino uguali nei due set (in particolare quelli particolarmente semplici, come ad es. ""). Altri caratteri, invece, possono assumere un aspetto anche molto diverso in forma semplificata o meno: ad esempio il già citato carattere per "mamma" () si scrive in cinese tradizionale e in cinese semplificato. Si noti come il numero dei tratti vari conseguentemente (in questo caso, 13 nella forma tradizionale e 6 in quella semplificata) ma il radicale resti lo stesso.

Sul Wikizionario, gli Hanzi semplificati sono raccolti nella categoria Categoria:Hanzi semplificati, e quelli tradizionali nella categoria Categoria:Hanzi tradizionali.

Kanji

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I "Kanji" sono i caratteri cinesi utilizzati in giapponese. Sono raccolti nella Categoria:Kanji. Originariamente derivati dai caratteri cinesi, comprendono anche molte varianti sviluppate autonomamente in Giappone che non hanno un corrispettivo in lingua cinese.

Livello (o grado) dei kanji

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I kanji utilizzati nel giapponese moderno sono ufficialmente classificati all'interno di liste (stabilite in modo formale dal Ministero dell'istruzione giapponese) che ne determinano l'ordine di apprendimento in base al livello scolastico. Tale classificazione rispecchia in parte il livello di complessità del carattere, e in parte la frequenza di utilizzo che il carattere ha nella lingua giapponese scritta.

Sono esistite varie liste di classificazioni dei kanji in base al livello (e delle modifiche continuano ad essere apportate frequentemente) ma la suddivisione generale, ufficializzata negli anni 1980 (e adottata sul Wikizionario) vede la divisione dei caratteri in Kyōiku kanji (o Gakunenbetsu kanji haitōhyō), che devono essere imparati dagli studenti durante gli anni dell'istruzione obbligatoria; Jōyō kanji, kanji di uso comune non compresi fra i precedenti; Jinmeiyō kanji, kanji utilizzati (e formalmente ammessi) per formare i nomi propri di persona, e infine Hyōgai kanji, in cui sono inclusi tutti i kanji di utilizzo raro non compresi nelle liste precedenti. I Kyōku kanji sono ulteriormente divisi in sei gradi, che corrispondono ai sei anni dell'istruzione obbligatoria giapponese.

In breve la suddivisione dei kanji per livello, e il relativo albero delle categorie sul Wikizionario, è la seguente:

Categoria:Kanji per grado:

Talvolta i kanji Jinmeiyō vengono definiti come "kanji di livello 7" e i Jōyō come "kanji di livello 8", ma queste denominazioni non sono ufficiali (e in alcuni testi vengono invertite) e pertanto non sono state utilizzate sul Wikizionario.

Pronuncia dei kanji

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In generale, per la pronuncia dei kanji valgono le regole generali descritte nel paragrafo Significato e pronuncia. Una importante particolarità dei caratteri giapponesi, tuttavia, è quello di possedere due tipologie di pronuncia (o "lettura") distinte: la lettura On (on'yomi) e la lettura Kun (kun'yomi). La lettura On è derivata dall'originale pronuncia cinese del carattere (modificata in base alle regole fonetiche giapponesi), e viene utilizzata principalmente quando il kanji concorre a formare delle parole composte. La lettura Kun rispecchia invece quella che era l'originario fonema che nel giapponese antico indicava la parola rappresentata dal carattere, è utilizzata principalmente quando il kanji è utilizzato come morfema singolo.

Quindi, ad esempio, il kanji ("fiore") si pronuncia (ka) o (ke) in lettura On e はな (hana) in lettura Kun. Quando il carattere è utilizzato singolarmente, in questo caso come sostantivo per "fiore", viene pronunciato (di norma) seguendo la lettura kun: 美しいです hana wa utsukushī desu ne ("i fiori sono belli"). Quando invece il carattere forma parole composte, è più comune che venga pronunciato seguendo la pronuncia On: ad es. nella parola 花粉 kafun, "polline". Si noti tuttavia come questa non sia una regola assoluta: esistono parole composte in cui il kanji mantiene comunque la lettura kun: ad esempio la parola 花火 ("fuochi d'artificio") si pronuncia hanabi.

Sul Wikizionario le pronunce On e Kun dei Kanji sono indicate, separatamente, nella sezione "Pronuncia", con indicazione della loro resa in sillabe hiragana e della relativa trascrizione Hepburn in alfabeto latino (alcuni dizionari utilizzano l'alfabeto katakana per la prununcia On e l'hiragana per la pronuncia Kun, ma questa è una convenzione che non è stata adottata sul Wikizionario).

I kanji e la grammatica giapponese

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In giapponese, come in cinese, i kanji costituiscono dei morfemi e come tali sono impiegati per realizzare in forma scritta varie parti del discorso: sostantivi, verbi etc. Tuttavia, a differenza del cinese che è una lingua isolante, la grammatica giapponese è agglutinante e come tale prevede delle "coniugazioni", in particolare per quanto riguarda la forma dei verbi e degli aggettivi (e di quelle particolari classi grammaticali giapponesi che sono i verbi e i nomi aggettivali). In questi casi, i kanji costituiscono la "radice" invariante del verbo o dell'aggettivo, mentre le forme coniugate si realizzano aggiungendo ad essi dei suffissi costituiti da sillabe hiragana. Per fare un esempio, il kanji (lettura Kun: mi) come morfema ha il significato di "vedere"; tuttavia esso non è un verbo, ma solo la radice verbale del verbo "vedere" che, nella forma base, è 見る (みる, miru), costituito dal kanji e dal suffisso "-").

Una discussione estesa della grammatica giapponese esula dagli scopi di questa pagina; per ciò che concerne i kanji ciò che è importante sottolineare è che, sul Wikizionario, le parole come "見る" sono elencate fra i composti dei kanji, come discusso nella sezione apposita.

Hanja

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Gli hanja sono i caratteri cinesi utilizzati in coreano. Utilizzati per secoli per scrivere la lingua coreana, gli hanja sono praticamente caduti in disuso negli anni 1990 in Corea, in favore del sistema alfabetico hangul che è oggi utilizzato come metodo di scrittura esclusivo. Tuttavia, la conoscenza degli hanja continua ad essere necessaria per leggere testi più vecchi, ed è generalmente considerata un requisito necessario per possedere una buona conoscenza della lingua (e un requisito fondamentale per chiunque intraprenda studi umanistici in Corea). Per questo motivo, sebbene sul Wikizionario le parole in coreano siano in alfabeto hangul, per molte di esse è indicata la variante in caratteri cinesi, e questi ultimi (raccolti nella Categoria:Hanja) riportano viceversa la corrispettiva trascrizione in hangul.

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