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facondo

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facondo m sing

   singolare   plurale 
 maschile    facondo    facondi 
 femminile    faconda    faconde 


  1. di chi può vantare (e talora ostenta facendosi verboso o insinuante) un eloquio efficace e convincente che fluisce con elegante abbondanza e scioltezza
  2. (senso figurato) di linguaggio scritto, musicale, delle arti visive, ecc. per denotarne la ricca eloquenza
    • Febo ne l'età mia più verde, e bella, / Si come piacque al ciel, di me s'accese, / E con faconda, e candida favella / L'interno foco suo mi fe palese (Ovidio, Le Metamorfosi, traduzione di Giovanni Andrea dell'Anguillara, 1563)
    • Come al racconto di pietosa istoria, / Letta da malinconica pupilla, / Ad or ad or su la faconda pagina // Piove una stilla; // Così i miei versi, quasi fosser lagrime, / Piovon sul triste foglio, or che t'invio / Questi canti di lei, che troppo giovine // Ascese a Dio (Aleardo Aleardi, Elegie)
fa | cón | do

IPA: /faˈkondo/

dal latino facundus, da fari, "parlare"

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«Il grande Ulisse non era bello, era però facondo; e tuttavia innamorò di sé le dee del mare. Oh, quante volte pianse per lui Calipso, ché l'eroe sull'onde s'affrettava a partire, e gli diceva che era funesto il tempo al navigar »
(Ovidio, L'arte di amare, libro primo, versi 183-189)


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