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Haskalà

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Haskalà f

  1. anche Haskalah e definito illuminismo ebraico, sorge inizialmente per contrastare il religioso Chassidismo iniziato con i suoi fondatori, quali il Baal Shem Tov, rebbe Nachman di Breslov e rabbi Shnuer Zaman di Liadi: essi si prodigavano nel sostegno religioso, economico e sociale, per esempio anche discutendo dei testi sacri ebraici con le rappresentanti del genere femminile, cosa allora certamente "aliena" alla civiltà dei tempi, aiutando con le cosiddette buone azioni (Ghemilut Chassadim) infine "salvando" correligionari e "non-religiosi" da situazioni di pericolo ed appunto di povertà o sussistenza esigua. L'Haskalà, contrapponendosi a tutto questo, fondava i propri ideali nello studio di scienze e testi non religiosi ebraici senza alcuna distinzione con ciò perdendo la propria identità ebraica, obbligando per esempio a rinunciare alla Kasherut e mantenendo un'osservanza parziale dei precetti religiosi, le Mitzvot, e delle ricorrenze ebraiche religiose: il deterioramento dell'ebraismo laico dell'Haskalà non permetteva quindi un sano confronto con le altre religioni e nemmeno con le scienze o le accademie non ebraiche perché ormai privo degli strumenti necessari a tal fine
    • la fede è la cosa più semplice in questo mondo ed oltre, questa è la religione ebraica; poi ci sono le sofisticazioni dell'Haskalà, veri e propri surrogati semi-intellettivi
Ha | ska | là

"Haskalà" o "Haskalah", in ebraico השכלה, deriva dal termine Maskil che, alla luce della sua accezione storica certamente paradossale, significa intelligente/sapiente; Shekhel è quanto definiremmo oggi ingegno/genio/intelligenza propri di una persona molto brillante