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tramortire

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tramortire (vai alla coniugazione)

  1. ridurre allo stato di incoscienza o anche stordire in modo profondo generalmente con l'infliggere un forte colpo (talvolta e in senso figurato nel morale, nei sentimenti, emozioni, ecc.) o anche con il ricorso ad agenti chimici, detto di uomini e, più raramente, di animali
    • tu dici di averla ammazzata, ma secondo me quella mosca non sei neppure riuscito a tramortirla
    • i ladri hanno tramortito l'intera famiglia, gatto compreso, con il cloroformio
    • la notizia fu così tragica da tramortirlo come avrebbe fatto un mattone crollatogli in testa
  2. (familiare) annoiare a morte o intontire e confondere, specie con chiacchiere insulse; rintronare
    • il suo metodo per farsi amare dalle donne, scommetto, è quello di tramortirle a tal punto di parole da ridurle in automi privi di volontà

tramortire (vai alla coniugazione) (ausiliare: essere)

  1. (letterario) precipitare al suolo abbandonato dalle forze e incosciente, come privo di vita; svenire, stramazzare
  2. (letterario) essere profondamente stordito per un colpo ricevuto o una violenta emozione
    • Scurpiddu tramortiva un po', ma riprendeva subito la lotta (Luigi Capuana, Scurpiddu)
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«Sì, signore, poc'anzi veduta ha la consorte.
Tenero fu l'incontro.
Fu tenero così,
Che la povera donna di gioia tramortì.
Ed egli per soccorrerla all'uso militare,
Disse che le voleva le braccia scavezzare.»
(Carlo Goldoni, Il padre per amore)
tra | mor | tì | re

IPA: /tramorˈtire/

verbo parasintetico, derivato di morto; il prefisso tra- in questo caso ha valore attenuativo

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