Utente:SabineWanner/sfizio3

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Scrooge, che non avea pel momento una risposta migliore, tornò al suo "Eh via! sciocchezze." - Non siate così di malumore, zio - disse il nipote. - Sfido io a non esserlo - ribatté lo zio - quando s'ha da vivere in un mondaccio di matti com'è questo. Un Natale allegro! Al diavolo il Natale con tutta l'allegria! O che altro è il Natale se non un giorno di scadenze quando non s'hanno danari; un giorno in cui ci si trova più vecchi di un anno e nemmeno di un'ora più ricchi; un giorno di chiusura di bilancio che ci dà, dopo dodici mesi, la bella soddisfazione di non trovare una sola partita all'attivo? Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto "allegro Natale" in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio! - Zio! - pregò il nipote. - Nipote! - rimbeccò accigliato lo zio, - tieniti il tuo Natale tu, e lasciami il mio. - Il vostro Natale! ma che Natale è il vostro, se voi non ne fate? - Vuol dire che così mi piace, e tu non mi rompere il capo. Buon pro ti faccia il tuo Natale! E davvero che te n'ha fatto del bene fino adesso! - Di molte cose buone sono stato io a non voler profittare, quest'è certo - rispose il nipote; - e il Natale fra l'altre. - Ma il fatto è che io ho tenuto sempre il giorno di Natale, quando è tornato - lasciando stare il rispetto dovuto al suo sacro nome, se si può lasciarlo stare - come un bel giorno, un giorno in cui ci si vuol bene, si fa la carità, si perdona e ci si spassa: il solo giorno del calendario, in cui uomini e donne per mutuo accordo pare che aprano il cuore e pensino alla povera gente come a compagni di viaggio verso la tomba e non già come ad un'altra razza di creature avviata per altri sentieri. Epperò, zio, benché non mi abbia mai cacciato in tasca la croce di un soldo, io credo che il Natale m'abbia fatto del bene e me ne farà. Evviva dunque il Natale! - Il commesso non si seppe tenere dall'applaudire dal fondo della sua cisterna; ma, subito accortosi del marrone, si diè ad attizzare il fuoco e riuscì ad estinguere l'ultima scintilla. - Un altro di cotesti rumori dalla vostra parte - disse Scrooge - e ve lo darò io il Natale con un bravo benservito. Sei davvero un parlatore coi fiocchi - sopraggiunse volgendosi al nipote. - Mi sorprende che non ti ficchino in Parlamento. - Non andate in collera, zio. Orsù, vi aspettiamo domani sera a pranzo. - Scrooge rispose che piuttosto lo volea vedere all'inf... Sì davvero, la disse tutta la parola. Allora, forse, avrebbe accettato l'invito. - Ma perché? - esclamò il nipote. - Perché? - Perché diamine ti sei accasato? - domandò Scrooge. - Perché ero innamorato. - Perché eri innamorato! - grugnì Scrooge, come se cotesta fosse l'unica cosa al mondo più ridicola di un allegro Natale. - Buona sera! - Ma voi, zio, non siete mai venuto a trovarmi prima. Perché mo' vi appigliate a cotesto pretesto? - Buona sera, - disse Scrooge. - Niente voglio da voi; niente vi chiedo: perché non dobbiamo essere amici? - Buona sera, - disse Scrooge. - Mi fa pena, proprio, di trovarvi così ostinato. Tra noi non ci sono mai stati dissapori, ch'io ci abbia avuto colpa. Ho voluto fare questa prova in onore di Natale, e il mio buonumore di Natale lo serberò fino in fondo. Buon Natale dunque zio mio! - Buona sera, - disse Scrooge. - E buon principio d'anno per giunta! - Buona sera, - disse Scrooge. Il nipote se n'andò.

quarta parte