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volubilità

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volubilità f inv

  1. l'essere incline a mutare rapidamente di stato d' animo e idee anche riguardo alle questioni affettive e alle scelte più importanti per inquieta debolezza, sensibilità estrema o incostanza insite nel carattere; può anche riferirsi a ciò che è suscettibile di frequenti variazioni o, più filosoficamente, di cambiamenti che sembrano frutto del capriccio del caso, della fortuna, di quella volontà inconoscibile e cieca o, in una prospettiva teleologica, imperscrutabile che pare guidare gli eventi
    • Una Donna volubile che nel giro di poche ore cambiasi più e più volte, sembrerà a qualcheduno pazza, e più che volubile. Veramente parlando, la volubilità per se stessa è una spezie di pazzia limitata, mentre la ragione suggerisce agli animi la costanza, e chi opera contro ragione suol dirsi pazzo. In tutte le cose vi è il più ed il meno. In un giorno una volubile si cambierà una volta: un’altra due e qualcheduna tre. Rosaura si cambia più volte ancora, ond’ella è una volubile eccedente, una volubile da Commedia. (Carlo Goldoni, La donna volubile, l'autore a chi legge)
vo | lu | bi | li | tà

IPA: /volubiliˈta/

dal latino volubilitas, volubilitatis, propriamente rotazione

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«'Gli amici lo deridono e gli dànno dell'ipocrita. Là, in mezzo a loro, così tutto incrostato, tra il fracasso e l'impetuosa volubilità d'una vita senza più ritegni né di fede né d'affetti, Cavalena si sente violentato, comincia a credersi in serio pericolo; ha l'impressione d'avere i piedi di vetro in mezzo a un tumulto di pazzi che s'arrabattino con scarpe di ferro »
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