larva

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larve di zanzara

Sostantivo

larva (Wikipedia approfondimento) f sing (pl.: larve)

  1. (biologia) (zoologia) (entomologia) stadio immaturo di sviluppo di molte tipologie di animali invertebrati, capace di condurre vita libera e che, attraverso uno o più processi di metamorfosi, evolverà in un esemplare adulto
  2. (entomologia) in particolare, stadio immaturo di sviluppo degli insetti
  3. (zoologia), (per estensione) impropriamente, lo stadio immaturo di alcuni vertebrati, in particolare pesci (avannotto) e anfibi (girino)
  4. (senso figurato), (offensivo) persona debole e svogliata, priva di spirito d'iniziativa
  5. (letterario), (latinismo) fantasma, spettro, anima di persona defunta
  6. (gergale) (spregiativo) persona fisicamente compromessa da stupefacenti o medicinali

Sillabazione[modifica]

làr | va

Pronuncia[modifica]

  • IPA: /ˈˈlar.va/

Etimologia / Derivazione[modifica]

dal latino larva; il termine in senso zoologico è stato utilizzato per la prima volta da Linneo nel 1735

Sinonimi[modifica]

Contrari[modifica]

Termini correlati[modifica]

Parole derivate[modifica]

Traduzione

stadio di insetti
persona in cattivo stato

Inglese[modifica]

Sostantivo

larva sing (pl: larvas oppure larvae)

  1. (zoologia) larva

Pronuncia[modifica]

  • IPA: /ˈlɑɹ.və/

Ascolta la pronuncia :

Etimologia / Derivazione[modifica]

dal latino larva, nel senso zoologico coniato da Linneo

Latino[modifica]

Prima declinazione
  singolare plurale
nominativo larvă larvae
genitivo larvae larvārŭm
dativo larvae larvīs
accusativo larvăm larvās
vocativo larvă larvae
ablativo larvā larvīs

Sostantivo

larva f sing, prima declinazione (genitivo: larvae)

  1. (religione), (mitologia) spettro, fantasma, spirito di persona morta
  2. maschera, e in particolare maschera dalle fattezze spettrali o comunque spaventose
  3. fantoccio dalle fattezze di scheletro

Pronuncia[modifica]

  • (pronuncia classica) IPA: /ˈlar.wa/

Etimologia / Derivazione[modifica]

correlato a Lares, "Lari", termine che indicava, nella religione romana classica, gli spiriti benigni degli antenati; rispetto a quest'ultimo il termine larva ha però un'accezione negativa e orrorifica: Sant'Agostino nella Città di Dio (si veda avanti nelle citazioni) lo considera un sinonimo di Lemures, ovveri gli spiriti maligni delle persone morte violentemente. I significati di "maschera" o "fantoccio" dalle fattezze spettrali sono un'apposizione posteriore.

Citazione[modifica]

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«[Apuleius] dicit quidem et animas hominum daemones esse et ex hominibus fieri lares, si boni meriti sunt; lemures, si mali, seu larvas; manes autem deos dici, si incertum est bonorum eos seu malorum esse meritorum.»

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