Appendice:Alfabeti/Veneto

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Non esiste, ad oggi, un'unica convenzione per la scrittura del veneto; tutte le varie proposte sono comunque basate sull'alfabeto latino. L'unica proposta dotata di una sufficiente ufficialità ad oggi è il Manuale di Grafia Veneta Unitaria prodotto dalla regione Veneto nel 1995; questo manuale ha il pregio di risultare compatibile con i più diffusi sistemi di trascrizione del veneto utilizzati nella vasta letteratura di questa lingua, sia classica sia contemporanea.

Grafia Veneta Unitaria[modifica]

Lettere[modifica]

Alfabeto di base[modifica]

L'alfabeto di base proposto dal Manuale di Grafia Veneta Unitaria è composto di 24 lettere, l'uso di alcune delle quali (k, x) è facoltativo.

Maiuscola Minuscola Pronuncia IPA Nome
A a [ä] (/a/)
B b [b]
C c [k], [ʧ][1]
D d [d̪] /d/
E e [ɛ], [e][2]
F f [f]
G g [ɡ], [ʤ][1]
H[3] h [h]
I[4] i [i], [j], [i̯], nessuna[5]
J[4] j [j]
K[6] k [k]
L l [l]
M[7] m [m]
N n [n], [ŋ] (/n/), [ŋ͡n] (/n/), [ŋ͡ɱ] (/n/), [ŋ͡m] (/n/)[8]
O o [ɔ], [o][9]
P p [p]
Q[10] q [k]
R r [r], ...[11]
S s [s], [z][12]
T t [t̟] (/t/)
U u [u], [w], [u̯], [ʊ̯] (/w/)[13]
V v [v]
X[14] x [z]
Z[15] z [ʦ̪] (/ʦ/), [ʣ̪] (/ʣ/)[16]

Lettere con diacritici[modifica]

Maiuscola Minuscola Pronuncia IPA
Â[17] â [ʌ]
Ċ[18] ċ [ʧ]
Đ[19] đ [ð]
Ġ[18] ġ [ʤ]
Ƚ[20] ƚ [j˕][21]
[22] [ŋ]
Ñ[23] ñ [ɲ]
Š[24] š [ʃ]
[25] [z]
[26] [θ]
Ž[27] ž [ʒ]
Ż[28] ż [ʣ̪] (/ʣ/)
Accento grafico e accento tonico[modifica]

L'accento grafico proposto dal Manuale di Grafia Veneta Unitaria è l'accento grave (<`>) per tutte le vocali e l'accento acuto (<´>) per indicare la pronuncia (semi)chiusa di <e> e <o> toniche (rispettivamente [e] e [o]). L'accento grafico è posto sulla vocale su cui cade l'accento tonico. Se una parola in veneto non ha l'accento grafico, si pronuncia piana (con l'accento tonico sulla penultima sillaba) se termina per vocale e si pronuncia tronca (con l'accento tonico sull'ultima sillaba) se termina per consonante.

L'accento grafico va posto di regola:

  • sulle parole tronche che terminano per vocale
  • sulle parole piane che terminano per consonante
  • sulle parole sdrucciole, bisdrucciole, eccetera
  • quando <e> e <o> toniche si pronunciano (semi)aperte (rispettivamente [ɛ] e [ɔ])
  • su alcuni monosillabi o bisillabi per evitare ambiguità

Lettere sconsigliate e usi da evitare[modifica]

Alcune lettere sono state utilizzate storicamente o sono tuttora utilizzate per rappresentare alcuni suoni ma il cui uso è sconsigliato dal Manuale di Grafia Veneta Unitaria per diversi motivi.

Lettera sconsigliata Pronuncia IPA Lettera o digramma da usare Motivo
c + ua, ue, ui [k] + [w...] q evitare un eccesso di normalizzazione rispetto alle grafie consolidate nelle varie lingue e dialetti parlati in Italia
ç[29] [s], [ʦ][30] s, ss, z, zz[31] non tiene conto dell'evoluzione del suono; evitare la trascrizione etimologica
e[32] [j˕] ƚ usata per altri suoni
[32] [j˕] ƚ troppo complesso
φ[3] [h][33] h evitare la trascrizione etimologica
h[29] muta nessuna evitare la trascrizione etimologica
j[32] [j˕] ƚ usata per altri suoni
k + ua, ue, ui [k] + [w...] q evitare un eccesso di normalizzazione rispetto alle grafie consolidate nelle varie lingue e dialetti parlati in Italia
l[32] [j˕] ƚ non tiene conto dell'evoluzione del suono
ƚ[32] muta nessuna evitare la trascrizione etimologica
ł[32] [j˕], muta[34] ƚ, nessuna usata in altri alfabeti con valore diverso; evitare la trascrizione etimologica
o [ʊ̯] (/w/) u preferenza per usare un solo segno nel rappresentare il fonema /w/
y[32] [j˕] ƚ usata in altri alfabeti con valore diverso
z[29] [s], [ʦ], [ʣ][35] s, ss, z, ż, zz[31] non tiene conto dell'evoluzione o della qualità del suono; evitare la trascrizione etimologica
'[32] [j˕] ƚ non c'è elisione del suono

Digrammi e trigrammi[modifica]

Digrammi e trigrammi di base[modifica]

Digramma o trigramma Pronuncia IPA
c'[36] [ʧ]
ch[37] [k]
dh[38] [ð]
gh[39] [ɡ]
gl [ɡl], [ʎ][40]
gn[41] [ɲ]
[18] [sʧ]
s-c[42] [sʧ]
ss[43] [s]
zh[44] [θ]
zz[45] [ʦ̪] (/ʦ/)

Digrammi e trigrammi sconsigliati e usi da evitare[modifica]

Alcuni digrammi e trigrammi sono stati utilizzati storicamente o sono tuttora utilizzati per rappresentare alcuni suoni ma il loro uso è sconsigliato dal Manuale di Grafia Veneta Unitaria per diversi motivi.

Digramma o trigramma sconsigliato Pronuncia IPA Lettera, digramma o trigramma da usare Motivo
ch[29] [k], [ʧ][46] c, ch, k[31] lettura ambigua
fh[3] [h][33] h evitare la trascrizione etimologica
'l[32] [j˕] ƚ non c'è elisione del suono
lg[29] [ʎ] gl letterario
mb[47] [ŋ͡mb] (/nb/) nb non tiene conto della pronuncia velare della nasale preconsonantica
mp[47] [ŋ͡mp] (/np/) np non tiene conto della pronuncia velare della nasale preconsonantica
ngn[29] [ɲ] gn o ñ letterario
s'c [sʧ] s-c non c'è elisione del suono
s·c [sʧ] s-c si è data preferenza alla lineetta
sc [sʧ] s-c pronunciabile in modo corretto solo da un nativo veneto
sch [sʧ] s-c non coerente con la convenzione della pronuncia del digramma ch
th[48] [θ], [d], [ð]?[49] zh o l'uso recente per [θ] (analogo al digramma <dh> per [ð]) non tiene conto della storia del digramma nella letteratura veneta, dove rappresentava quasi certamente il suono [d] o forse il suono [ð]

Riassunto dei sistemi alternativi[modifica]

L'uso di alcune lettere e diacritici proposti dal Manuale di Grafia Veneta Unitaria non è sovrapponibile, vale a dire che, all'interno dello stesso testo, è necessario scegliere uno solo tra i diversi sistemi alternativi proposti e mantenerlo coerentemente per tutto lo scritto.

Trascrizione delle consonanti affricate palatali e delle consonanti occlusive velari

Le consonanti affricate palatali sono i suoni che in italiano sono chiamati "c dolce" e "g dolce". In veneto esiste anche la sequenza [sʧ] ("s sorda" seguita da "c dolce") che non esiste in italiano e che in veneto è storicamente trascritta da sempre in modo speciale. Le consonanti occlusive velari sono i suoni che in italiano sono chiamati "c dura" e "g dura".

[ʧ] e [ʤ] prima di <e>, <i> [ʧ] e [ʤ] prima di <a>, <o>, <u> [ʧ] in finale di parola [sʧ] prima di <e>, <i> [sʧ] prima di <a>, <o>, <u> [sʧ] in finale di parola [k] e [ɡ] prima di <e>, <i> [k] e [ɡ] prima di <a>, <o>, <u> [k] in finale di parola [k] prima di <ua>, <ue>, <ui>
c, g ci, gi c'[50] s-c s-ci s-c' ch, gh c, g c[51] q
ċ, ġ ch, gh c, g c[51] q
ċ, ġ k, g q
Trascrizione delle consonanti fricative dentali

Questi suoni non sono presenti in italiano e in inglese sono chiamati "th sorda" e "th sonora"; si trovano in alcuni dialetti ladino-veneti.

in qualunque posizione
zh, dh
, đ
Trascrizione della consonante nasale palatale

Si tratta del suono che in italiano è reso dal digramma "gn"; la pronuncia standard in italiano prevede che il suono sia sempre lungo ([ɲː]) mentre in veneto la pronuncia è semplice ([ɲ]).

in qualunque posizione
gn
ñ
Trascrizione delle consonanti fricative alveolari e delle consonanti affricate dentali

Le consonanti fricative alveolari sono i suoni che in italiano sono chiamati "s sorda" e "s sonora". Le consonanti affricate dentali sono i suoni che in italiano sono chiamati "z sorda" e "z sonora"; questi ultimi sono presenti solo nei dialetti settentrionali e nei dialetti meridionali.

Il Manuale di Grafia Veneta Unitaria lascia una grande libertà su come trascrivere questi suoni. Per il suono [z] è necessaria una trascrizione speciale a inizio di parola e tra una consonante e una vocale: si può scegliere sempre la lettera <> oppure sempre la lettera <x> oppure la lettera <x> a inizio di parola e la lettera <> tra una consonante e una vocale. Per i suoni [s] e [z] tra due vocali si può scegliere il digramma <ss> per [s] e in questo caso si usa sempre la lettera <s> per [z]; altrimenti si può usare la lettera <s> per [s] e in questo caso per rappresentare [z] si usa la convenzione scelta in precedenza per rappresentare lo stesso suono tra una consonante e una vocale. Se si sceglie di non usare la lettera <x> e di non usare il digramma <ss>, si può scegliere di usare la lettera <> in tutte le posizioni nelle quali c'è il suono [z].

La scelta per la trascrizione delle consonanti fricative alveolari influenza anche la trascrizione delle consonanti affricate dentali. Per il suono [ʣ] si usa la lettera <ż> a inizio di parola e tra una consonante e una vocale. Se si è scelto di usare il digramma <ss> per il suono [s] tra due vocali allora si usa il digramma <zz> per il suono [ʦ] tra due vocali e la lettera <z> per il suono [ʣ] tra due vocali; altrimenti si usa sempre la lettera <z> per il suono [ʦ] e la lettera ż per il suono [ʣ].

[s], [z] a inizio di parola [s], [z] tra una consonante e una vocale [s], [z] tra due vocali [s], [z] prima di una consonante [ʦ], [ʣ] a inizio di parola o tra una consonante e una vocale [ʦ], [ʣ] tra due vocali
s, ss, s s z, ż zz, z
s, x s, ss, s s z, ż zz, z
s, x ss, s s z, ż zz, z
s, s z, ż
s, x s, s z, ż
s, x s z, ż
s, x z, ż
s, z, ż

Note[modifica]

  1. 1,0 1,1 La pronuncia è alveopalatale affricata ([ʧ], [ʤ]) prima di <e> e <i>, è velare occlusiva ([k], [ɡ]) negli altri casi; nelle sequenze <cia>, <cio>, <ciu>, <gia>, <gio>, <giu> la <i> non si pronuncia, a meno che non sia accentata o non abbia la dieresi. Per i suoni alveopalatali affricati esiste, come sistema alternativo alle sequenze <ci> e <gi> con la <i> muta, la possibilità di usare le lettere <ċ> e <ġ>. Per i suoni velari occlusivi esiste, come alternativa alle lettere <c> e <g>, la possibilità di usare le lettere <k> e <ɡ> (in questo caso la lettera <ɡ> si pronuncia sempre [ɡ] anche prima di <e> e <i>).
  2. Si pronuncia [ɛ] solo quando è presente l'accento grafico grave (<è>), negli altri casi si pronuncia [e].
  3. 3,0 3,1 3,2 Presente nei dialetti feltrini.
  4. 4,0 4,1 Per il suono [j] si usa la lettera <j> all'inizio di parola e tra due vocali; negli altri casi si usa la lettera <i>.
  5. La pronuncia è [j] semiconsonante o talvolta [i.] vocale prima di un'altra vocale, [i̯] semivocale dopo un'altra vocale, [i] vocale negli altri casi; quasi sempre muta nelle sequenze <ci>, <gi> e <gli> seguite da vocale.
  6. Solo se non si usa il sistema di lettere e digrammi <c>, <ch>, <g>, <gh> per i suoni velari occlusivi.
  7. Si usa solo prima di una vocale o in finale di parola.
  8. La pronuncia è alveolare ([n]) prima di una vocale e velare ([ŋ]) in finale di parola; la nasale si coarticola con la consonante successiva mantenendo la velarizzazione, realizzandosi nei vari allofoni [ŋ], [ŋ͡n], [ŋ͡ɱ], [ŋ͡m]. Fanno eccezione alcuni dialetti ladino-veneti, per i quali la pronuncia in fondo alla parola è sempre [n] e distinta da [ŋ] finale, quest'ultima trascritta con la lettera <>.
  9. Si pronuncia [ɔ] solo quando è presente l'accento grafico grave (<ò>), negli altri casi si pronuncia [o].
  10. Solo prima di <ua>, <ue>, <ui>.
  11. Esistono diverse realizzazioni a seconda del dialetto, ma ogni dialetto ha un'unica realizzazione per cui si rappresentano tutte con l'unico fonema /r/.
  12. La pronuncia è [z] prima di un'altra consonante sonora e tra due vocali, [s] negli altri casi. Se si usano le lettere <> o <x> per indicare il suono [z] intervocalico allora la pronuncia di <s> è sempre [s] tra due vocali.
  13. La pronuncia è [w] semiconsonante o talvolta [u.] vocale prima di un'altra vocale, [u̯] semivocale dopo un'altra vocale, [u] vocale negli altri casi; in alcuni dialetti o alcune parole anziché [w] semiconsonante la pronuncia prima di un'altra vocale è [ʊ̯] semivocale.
  14. Si può usare solo all'inizio di una parola o dopo una consonante e in quest'ultimo caso solo se non si usa la lettera <>; si può usare anche tra vocali solo se non si usa la lettera <> e si usa la lettera <s> solo per il suono [s].
  15. Presente nei dialetti settentrionali e meridionali.
  16. Si pronuncia sonora ([ʣ]) tra due vocali, sorda ([ʦ]) nelle altre posizioni. Se si usa la lettera <ż> anche tra due vocali allora la pronuncia è sempre sorda ([ʦ]).
  17. Presente nei dialetti ladino-veneti.
  18. 18,0 18,1 18,2 Solo se non si usa il sistema dei digrammi <c'>, <ci> e <gi>.
  19. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti; solo se non si usa il digramma <dh>.
  20. Presente nel veneto centrale e veneziano.
  21. Il suono, tipico del veneto centrale e veneziano, è chiamato "elle evanescente" e tecnicamente si tratta di una approssimante palatale arretrata e abbassata, che si è evoluta dal suono [l] in posizione intervocalica, anche all'inizio di una parola; la pronuncia è spesso percepita come una [e̯] semivocalica.
  22. Presente in alcuni dialetti ladino-veneti, si usa per distinguere il suono [ŋ] dal suono [n] in finale di parola.
  23. Solo se non si usa il digramma <gn>.
  24. Presente in alcuni dialetti ladino-veneti. Trattandosi di un fenomeno in regressione, il Manuale di Grafia Veneta Unitaria consiglia di usare la lettera solo in casi evidenti.
  25. Da usare solamente a inizio di parola seguita da vocale o tra una consonante e una vocale; per motivi storici, a inizio di parola si può usare la lettera <x>. In alternativa, si può usare sempre <> per il suono [z] e sempre <s> per il suono [s].
  26. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti. Solo se non si usa il digramma <zh>.
  27. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti.
  28. Presente nei dialetti settentrionali e meridionali. Si usa a inizio di parola o dopo una consonante; si usa anche tra vocali solo se non si usa il digramma <zz>.
  29. 29,0 29,1 29,2 29,3 29,4 29,5 Presente in letteratura.
  30. La pronuncia è [ʦ] nei dialetti settentrionali e meridionali e talvolta nella pronuncia storica della lettera; [s] nelle altre zone e periodi.
  31. 31,0 31,1 31,2 A seconda del suono e del contesto.
  32. 32,0 32,1 32,2 32,3 32,4 32,5 32,6 32,7 32,8 Usata nei dialetti centrali e nel veneziano.
  33. 33,0 33,1 Percepita dallo scrivente come [fʰ].
  34. Non si pronuncia quando si trova vicino a <e> o <i>, altrimenti si pronuncia [j˕].
  35. La pronuncia è [ʦ] nei dialetti settentrionali e meridionali e talvolta nella pronuncia storica della lettera; [s] nelle altre zone e periodi. In letteratura si può trovare la lettera anche per rappresentare indistintamente i suoni [ʦ] e [ʣ].
  36. Solo alla fine di una parola e solo se non si usa la lettera <ċ>.
  37. Solo prima di <e> e <i>.
  38. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti; solo se non si usa la lettera <đ>.
  39. Solo prima di <e> e <i>.
  40. La sequenza [ɡl] è rara e il suono [ʎ] fa parte solo di prestiti dall'italiano o di pronunce adattate quando la parola in italiano è simile; la pronuncia è [ʎ] nella sequenza vocale + <gli> e la <i> è muta quando è seguita da un'altra vocale e non è accentata, mentre la pronuncia è [ɡl] negli altri casi.
  41. Solo se non si usa la lettera <ñ>.
  42. Solo se non si usano le lettere <ċ> e <ġ>.
  43. Da usare solamente tra due vocali.
  44. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti. Solo se non si usa la lettera <>.
  45. Presente nei dialetti settentrionali e meridionali. Si trova solo tra due vocali e solo se in quella posizione non si usa la lettera <ż> per indicare il suono [ʣ].
  46. Nella letteratura antica si può trovare anche prima di <a>, <o>, <u> con pronuncia [k]. Nella letteratura fino al XIX secolo si può pronunciare sia [k] sia [ʧ] prima di <e> e <i> e questa convenzione si è mantenuta nelle indicazioni stradali a Venezia; le due pronunce non sono sovrapponibili, quindi occorre sapere a priori la pronuncia corretta della parola.
  47. 47,0 47,1 Raro ma presente in letteratura.
  48. Presente nei dialetti trevisani e ladino-veneti e nella letteratura.
  49. Nella letteratura recente si pronuncia [θ], nella letteratura classica [d] o forse [ð].
  50. Il suono [ʤ] in veneto non è presente in finale di parola.
  51. 51,0 51,1 Il suono [ɡ] in veneto non è presente in finale di parola.

Riferimenti[modifica]